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Caro bollette: l’emergenza energetica si combatte col fotovoltaico

Caro bollette: l'emergenza energetica si risolve col fotovoltaico

In Italia è emergenza per il caro-bollette. I rialzi ai prezzi dell’energia previsti per il 2022 non hanno eguali nella storia del nostro Paese e devono farci cambiare il modo di pensare alle politiche energetiche, a partire da quelle domestiche.

Il Ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani ha recentemente sottolineato che la decarbonizzazione è improcrastinabile e che il passaggio alle rinnovabili non è derogabile. La transizione dal carbone alle rinnovabili è ancora lontana dall’essere avviata, ma nel 2022 il costo dell’energia elettrica ha toccato punte di 400 euro/MWh, quasi 10 volte i prezzi di pochi mesi fa.

Il motivo di questa crisi economica, che ricadrà pesantemente sui bilanci familiari, è il gas, troppo spesso indicato come soluzione dai governi europei, compreso quello italiano, negli ultimi 10 anni. I fatti dimostrano che il gas non è più quella fonte affidabile e conveniente decantato da ministri, funzionari e top manager di alcune partecipate energetiche. Il suo ruolo deve essere inevitabilmente ridimensionato a favore di fonti di energia rinnovabile.

Il futuro è delle rinnovabili 

L’emergenza dei rialzi in bolletta è tale che si rendono necessari interventi straordinari per calmierare i prezzi nel breve termine, ma l’Italia (e l’Europa nel suo insieme) non può sottrarsi alla necessità di attuare interventi strutturali, che possano evitare in futuro delle crisi come quella in atto i questi ultimi mesi (e che prevedibilmente si protrarrà per tutto l’inverno, fin quando la richiesta di gas resterà elevata).

Per riuscire a ridurre in modo organico le bollette di famiglie e imprese bisognerebbe spingere al massimo la diffusione degli impianti fotovoltaici con accumuli su tetti di case e aziende ma anche sui terreni privi di vincoli paesaggistici e ambientali.

Gli impianti residenziali beneficiano di importanti detrazioni fiscali, mentre per gli impianti su tetti commerciali e industriali, che non si stanno diffondendo con la stessa rapidità, sarebbe opportuno attivare al più presto un credito d’imposta con valori più alti, soprattutto in presenza di vecchi tetti in amianto da bonificare (unendo l’utile all’utile, con un doppio beneficio per l’ambiente e per la salute). Gli impianti fotovoltaici a terra sono spesso ostacolati da complessi iter autorizzativi: snellendo la burocrazia le imprese – in particolare quelle agricole – potrebbero beneficiare di importanti riduzione dei costi, raggiungendo l’indipendenza energetica (o diventando direttamente produttori di energia da immettere nella rete nazionale).

A quel punto sarebbe indispensabile fissare dei prezzi dinamici dell’energia elettrica, con costi variabili durante le diverse ore della giornata in funzione dei costi di produzione. Col fotovoltaico, ad esempio, i costi di produzione nelle ore diurne sono molto bassi: questa dinamica di prezzo si potrebbe riflettere sugli utenti, come già avviene in alcuni paesi, per concentrare i consumi nelle ore in cui l’energia costa meno. Per le fabbriche, con particolare attenzione alle imprese della Sardegna, da sempre sfavorite dal costo elevato dell’energia, una simile opportunità farebbe la differenza tra rimanere aperti o chiudere.

Fovoltaico: energia distribuita e pulita

Il fotovoltaico una soluzione in grado di fornire grandi potenze in breve tempo. In questo modo si potrebbe ridurre velocemente (e in modo crescente) la dipendenza da carbone, dal gas e dagli altri combustibili fossili. Una svolta epocale (e democratica) rispetto alla situazione attuale, in cui la produzione di energia elettrica è centralizzata. Il fotovoltaico inoltre può essere abbinato a impianti termoidraulici e pompe di calore per la climatizzazione della casa e per il riscaldamento dell’acqua sanitaria.

L’aumento della potenza fotovoltaica abbinata agli accumuli, è la migliore modalità, immediatamente disponibile e facilmente installabile, per ammortizzare il disastro ambientale, oltre a quello economico, legato alla crisi energetica che stiamo vivendo.

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