Oggi in commercio puoi trovare sistemi di videosorveglianza economici e che non richiedono specifiche competenze per l’installazione. Ovviamente la qualità non è di tipo professionale e la sicurezza non è massima. Però per usi comuni e privati come la sorveglianza agli animali domestici o per controllare i bambini nella stanza dei giochi è un buon compromesso a bassi prezzi.
In questi anni i nostri consulenti della sicurezza hanno avuto modo di vedere e provare tantissimi di questi sistemi. Alcune volte siamo rimasti sorpresi dalla qualità grafica di queste telecamere però abbiamo scoperto che proprio la facilità di installazione espone chi acquista questi sistemi a pericoli di carattere legale non indifferenti.
Quando parliamo di videosorveglianza le principali linee guida ci vengono dettate da:
– CODICE DELLA PRIVACY
– PROVVEDIMENTI DEL GARANTE
– STATUTO DEI LAVORATORI
Tutto si complica quando si installano telecamere in luoghi frequentati da soci e lavoratori.
Per lavoratori intendiamo anche ad esempio la badante, il giardiniere, le persone addette alla pulizia, gli impiegati ecc.
In tema di privacy invece devi fare attenzione soprattutto ad inquadrare esclusivamente la tua proprietà. Quindi è assolutamente vietato installare telecamere nel pianerottolo di un condominio perché così si andrebbe ad inquadrare spazi comuni e altrui.
Bisogna esporre l’informativa (comunemente chiamato cartello della videosorveglianza) e questo deve contenere due informazioni IMPORTANTISSIME E OBBLIGATORIE.
L’informativa deve indicare in modo chiaro il titolare del trattamento (padrone di casa o titolare dell’azienda e le finalità dell’impianto. (in una casa la finalità è la protezione del patrimonio personale).
L’errore più comune che privati o installatori inesperti fanno è quello di dimenticare di esporre l’informativa o di esporre un cartello precompilato che si può comprare in tutte le rivendite di materiale elettrico. Questo va sempre completato con le informazioni specifiche dell’impianto.
Non esporre queste semplici informazioni ci espone a sanzioni salatissime. Secondo l’art. 161 del codice della privacy la multa per un cartello non idoneo oppure omesso va da 6.000€ a 36.000€.
Capita spesso nei casi di negozianti derubati che successivamente alla denuncia alle autorità ricevano la sanzione perché il cartello dell’informativa risultava incompleto o mancante. Oltre al danno la beffa.
L’utilizzo di telecamere prevede un’attenzione particolare. La privacy in Italia è un tema caldo da maneggiare con la massima cautela.
Altro punto che merita di essere analizzato sempre in tema di privacy è quello della divulgazione di immagini a terzi.
Non è assolutamente consentito condividere con altri le immagini del proprio sistema di sorveglianza.
Sarà capitato anche a voi di vedere qualcuno che dopo aver subito un furto o un’ingiustizia abbia condiviso sui social network o spedito via messaggio ai propri contatti il video dell’accaduto.
In questi casi le sanzioni sono ancora più gravi:
Per chi divulga queste immagini si rischia l’arresto fino a 2 anni e una multa da 10.000€ fino a 120.000€ (art. 167 comma 2 bis codice della privacy)
Le registrazioni del proprio sistema di video sorveglianza non devono essere tenute per più di poche ore, salvo autorizzazioni del garante della privacy che non da quasi mai.
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